L’etichetta dei prodotti alimentari è importante perché ci fornisce informazioni che ci mettono nella condizione di scegliere consapevolmente.
Per legge troveremo:
Il nome del prodotto, l’elenco degli ingredienti, il quantitativo, la data di scadenza, il nome del produttore, il lotto di appartenenza, le modalità di conservazione e utilizzo.
Per cominciare, non accontentatevi di leggere la dicitura commerciale del prodotto (pane, yogurt, salame). Se state per acquistare un prodotto confezionato non fate l’errore di credere di sapere cosa contenga ma andare subito a controllare alla voce ingredienti e portatevi sempre un paio di occhiali (se non ci vedete bene) perché spesso sono scritti in caratteri microscopici.
Sotto la parola ingredienti le voci sono elencate seguendo un ordine di peso e di quantità decrescente: la prima voce descrive la sostanza maggiormente rappresentata del prodotto. L’ultima è quella contenuta in minor misura. Questo è molto importante per valutare la qualità di un prodotto. Gli additivi sono descritti sempre in fondo e anche per loro vale l’ordine decrescente in cui sono rappresentati, così come gli aromi. Attenzione alle diciture troppo generiche.
Sul quantitativo controllate il peso netto di un prodotto. Ad esempio se acquistate un alimento confezionato dentro un liquido di governo leggete in etichetta il “peso netto sgocciolato”.
La data di scadenza può essere rappresentata in due modi: come “consumare preferibilmente entro”, che indica il termine minimo di conservazione e non il massimo. Ciò significa che sarà possibile ancora consumarlo oltre la data indicata anche se con le dovute precauzioni. Se la scritta che trovate è invece “da consumarsi entro” il produttore raccomanda di non mangiare il cibo oltre la data di scadenza, e quindi garantisce per il suo prodotto fino a quella data.
Il lotto di appartenenza invece ci permette di rintracciare il prodotto in modo chiaro.
E ora.. una serie di consigli pratici.
Uova, meglio se Bio e da allevamento a terra
Le uova apportano proteine nobili dall’alto valore biologico, complete cioè degli aminoacidi essenziali al nostro corpo. Preferitele da allevamento biologico, perché significa che la gallina ha avuto più spazio per muoversi. Inoltre, l’uovo “bio” ha assorbito più nutrienti e l’apporto di colesterolo è minore.
Latte, preferitelo fresco e di provenienza certificata
Ricco di calcio e vitamina D, ma anche di vitamine del gruppo B, B2 e B12, A, fosforo, il latte fresco è preferibile a quello a lunga conservazione perchè mantiene invariate le proprie vitamine.
Olio d’oliva? Si, ma spremuto a freddo
L’Olio Extra Vergine di oliva (Evo) contiene lipidi, vitamina E e vitamina K, potassio, sodio, calcio, ferro e zinco e acido oleico, utile per migliorare i livelli di colesterolo ‘buono’ HDL. Meglio privilegiare la spremitura a freddo ed unicamente da metodi meccanici, ovvero senza l’utilizzo di solventi.
Pasta, meglio a lenta essicazione
E’ la prima fonte di energia dell'organismo: costituita per quasi il 90% da amidi, contiene circa il 10% di proteine con medio valore biologico, fra le quali il triptofano, che stimola la produzione di serotonina regalando benessere. In etichetta è importante verificare sia la provenienza della semola che la sua località di produzione. Ad esempio: “pasta italiana prodotta con semola italiana da grano italiano”, oltre che il tipo di cereale utilizzato (100% semola di grano duro, parzialmente o totalmente integrale). Da preferire la pasta con la lenta essicazione perché non altera la struttura del glutine e mantiene il più possibile intatte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto.
Acqua, attenzione al residuo fisso
L’acqua è un alimento indispensabile per il nostro benessere. Si può scegliere un’acqua oligominerale con un residuo fisso tra 250 e 500mg/L per garantire anche un minimo apporto di minerali. Per prediligere, invece, un’acqua leggera possiamo considerare un residuo inferiore ai 50mg/L e con un apporto ridotto di sodio, meglio se inferiore a 1mg/l.
Confetture di frutta, occhio agli zuccheri aggiunti e ai coloranti
La differenza tra composte e confetture sta nel rapporto fra quantità di zucchero e frutta: la differenza risiede nella percentuale di frutta usata per il preparato, che deve essere almeno del 20 per cento per la marmellata, del 35 per cento per la confettura, del 45 per cento per la confettura extra. In etichetta: leggere bene il frutto che compone il prodotto, la percentuale di frutta, ma soprattutto la presenza di zuccheri aggiunti.
Fonti:
Mangiare sano e naturale. Riefoli
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